BANDO SERVIZIO MENSE ASL PUGLIA, NON SI PLACA LA PROTESTA DELLE LAVORATRICI E LAVORATORI: UN ALTRO SIT IN GIOVEDI 3 MARZO

Non si placa la protesta delle lavoratrici e lavoratori addetti alle mense ospedaliere delle Asl pugliesi, per l’appalto da 372 milioni di euro relativo al servizio ristorazione per degenti e operatori sanitari, indetto da Innovapuglia, società in house sotto il controllo della Regione Puglia.  Dopo il precedente sit in del 17 febbraio davanti alla sede della Presidenza della Regione, una nuova mobilitazione indetta da Fisascat Cisl Puglia, con Filcams Cgil e Uiltucs pugliesi è prevista per giovedi 3 marzo, davanti all’Assessorato al Lavoro della Regione Puglia, in via Corigliano (zona industriale). La mobilitazione si terrà in concomitanza dell’incontro previsto con l’Assessore al ramo, Sebastiano Leo, e la task force regionale per l’occupazione presieduta da Leo Caroli. In assenza di risposte sarà proclamato lo sciopero. Il bando, per come è stato formulato, non garantirebbe la continuità occupazionale dei lavoratori attualmente impiegati, per l’80% costituito da donne e con contratti perlopiù part time di appena 15-20 ore settimanali. Il bando prevede inoltre la chiusura dei punti cottura interni alle strutture ospedaliere, con conseguente minore qualità del servizio offerto ai degenti. Per la Regione Puglia “tutto regolare”, come hanno fatto sapere a seguito della convocazione dei rappresentanti sindacali lo scorso 17 febbraio: la gara va avanti, con 10 colossi della ristorazione collettiva pronti ad aggiudicarsi il maxi appalto, della durata di 5 anni. “Nessuna rassicurazione sugli attuali posti di lavoro – è quanto teme Luigi Spinzi, Segretario Generale Fisascat Cisl Puglia – ma non solo: il costo dei pasti è inferiore rispetto a quello attuale, pertanto il rischio che le aziende taglieranno il personale è molto alto pur di mantenere il profitto”.  Nessuna garanzia dunque per la clausola sociale, con cui l’aggiudicatario dell’appalto è tenuto ad assorbire in organico il personale già dipendente dei fornitori uscenti; tale condizione si verifica con la soglia minima del 50%. Nel bando invece l’incidenza del costo del personale, rispetto alle condizioni precedenti, è stato ridotto dal'80% al 49%. 
Bisogna impedire di perdere ulteriori posti di lavoro, una vera e propria bomba sociale, ed evitare di offrire un pessimo servizio all'utenza finale: i pazienti. 

 

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